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Cosa Visitare e Vedere a Ostuni

    La Cattedrale

    La Cattedrale di Ostuni si presenta come il fiore all’occhiello della ridente cittadina. Edificata tra il 1469 e il 1500 è una delle massime espressioni a livello europeo del gotico fiorito proprio del XV secolo ed influenzato dalla scuola veneta. Il gotico, infatti, già in auge nel secolo XIII, trovò nella Repubblica Veneta un nuovo modo di essere concepito attraverso invenzioni e forme architettoniche e scultoree nuove  ed originali.

    La Cattedrale si erge imponente in tutto il suo splendore sulla sommità di un colle ben visibile anche a distanze considerevoli e racchiude in sé l’ultima significativa testimonianza di quello stile architettonico che avrebbe lasciato spazio ai nuovi canoni imposti dall’Umanesimo e dal Rinascimento.

    La sua costruzione fu perseguita dagli allora sovrani del Regno di Napoli, Ferdinando d’Aragona e Alfonso II e proprio a quest’ultimo si deve l’affermazione del fascino del nuovo tempio. Situata nel centro della Piazza Federiciana, circondata da splendidi Palazzi tutti risalenti ai secoli XVI-XVIII, è caratterizzata da dimensioni sicuramente modeste se messe a raffronto con le grandi cattedrali gotiche di tutta Europa, ma è unica ed ineguagliabile per la grande ricchezza di decorazioni presenti su tutti i suoi lati e racchiuse al suo interno.
    Partendo dall’esterno, possiamo ammirare la facciata, tripartita da agili lesene e scandita da portali strombati di cui uno centrale e due laterali.

    Il portale centrale è sovrastato da una lunetta scolpita a basso rilievo e raffigurante la Madonna con bambino in trono circondata da angeli e ai piedi, orante, Nicola Arpone, Vescovo ai tempi della costruzione. I portoni laterali sono invece scanditi con lunette sovrastanti che raffigurano in bassorilievi San Biagio, Patrono della Città e San Giovanni battista.

    L’intera facciata è dominata da uno splendido rosone tra i più grandi d’Europa, raffigurante al suo centro la figura del Cristo Sole e formato verso l’esterno, da archi concentrici le cui ghiere sono arricchite da motivi floreali e dalle figure dei dodici apostoli. Tra gli spazi delle colonnette, oltre agli archi trilobati è possibile scorgere una miriade di simboli solari. Rosoni minori sono presenti anche sui muri dei transetti oltre a quello della zona dell’abside malauguratamente andato distrutto. I lati del tempio sono a loro volta arricchiti con archi pensili trilobati e poggianti su piedi dritti a motivo zoomorfo ed antropomorfo.

    Gli interni della cattedrale testimoniano una serie di trasformazioni e di interventi ripetutisi nel corso dei secoli, con le uniche eccezioni della controfacciata e delle due colonne ad essa addossate. Tra le opere più significative si devono ricordare le grandi tele del sottocielo della navata centrale e dei transetti, gli altari pitrei del lato destro, gli altari lignei dei santi Patroni e della Madonna della Santità e i singolari stucchi, il tutto risalente al XVIII secolo, seppur in periodi differenti. Al secolo successivo risalgono invece i cappelloni dell’Immacolata e del Santissimo Sacramento e i numerosi dipinti ancora oggi visibili ed immutati.

     

    Le Chiese

    Nella bella cittadina di Ostuni si possono ammirare oltre alla splendida cattedrale, numerose chiese, ciascuna con il proprio stile e le proprie caratteristiche di indiscusso valore.

     

    Chiesa di San Pietro

    Nel centro storico si erge uno dei più grossi corpi di fabbrica, rappresentato dal complesso monastico delle benedettine, con annessa la Chiesa di San Pietro. Quest’ultima, o meglio ciò che resta di essa, è datata prima dell’anno mille e dovrebbe essere un esempio raro di edilizia sacra di epoca bizantina. La chiesa è visibile oggi, solo parzialmente, poiché essa fu dimessa nella metà del Seicento e ne fu istituita una nuova ricavata svuotando e smembrando un antico palazzo cittadino a bugnato del XVI secolo.

    L’aspetto attuale dell’intero monastero è ciò consegue alle diverse azioni di ampliamento a cui esso è stato sottoposto nel corso dei secoli. Al suo interno, e all’interno della Chiesa, sono conservati oggetti d’arte di enorme valore accumulatisi in oltre 400 anni di storia.

     

    Chiesa di San Francesco

    Un altro esempio di arte sacra di valore è rappresentato dalla Chiesa di San Francesco, dalla tipica architettura rococò. La Chiesa, risalente al ‘700 fa parte dell’ex convento dei Francescani conventuali e si contraddistingue oltre che per lo stile, per la sua facciata tardo ottocentesca dall’impronta eclettica; per i numerosi manufatti raccolti al suo interno come un dipinto della scuola di Luca Giordano, una statua lignea dell’Immacolata, il mezzo busto ligneo di San Giuseppe la statua lignea di Sant’Agostino, espressioni di artisti appartenenti a scuole differenti; e soprattutto per l’alto valore simbolico attribuito al luogo su cui essa è stata edificata: il luogo nel quale l’umile frate di Assisi predicò agli ostunesi, tanto che il punto esatto dove, secondo la tradizione, fu tenuto il suo sermone, è indicato da una statua di marmo del santo.

     

    Chiesa di San Vito Martire

    Nel riproporre il percorso relativo all’arte sacra, non può sicuramente mancare il riferimento alla Chiesa di San Vito Martire, anch’essa dalle linee rococò, tra le più rappresentative di Ostuni e dell’intero Salento. Edificata nel 1750, ha una facciata leggermente ondulata con un portone dai piedritti ondulati di 45° con due volute inginocchiate sulla trabeazione.

    Il frontone mette in risalto le caratteristiche rococò con linee curve e spezzate, mentre in asse col portale si trova un grande loggione. All’interno si ammirano 5 altari in pietra gentile e due coretti, sorretti da 2 semiarchi con teste di cherubini, di grande pregio artistico. Sempre internamente, si nota l’esuberanza delle decorazioni presente in tutti i particolari scultorei degli altari.

     

    Chiesa di Santa Maria della Nova

    Completamente differente nello stile ma di pari valore è la Chiesa di Santa Maria della Nova, una chiesetta risalente al XVI secolo, situata all’interno di una lama e contraddistinta da linee architettoniche goticheggianti con una facciata che mostra un portale ogivale sormontato da un modesto campanile. Costruita più precisamente attorno al 1560, rappresenta l’ultimo esempio di struttura gotica della città con linee stilistiche che richiamano quelle della Cattedrale. Internamente, è costituita da un unico ambiente con copertura a volta e con altare in pietra gentile risalente al 1761.

    Un itinerario artistico e monumentale degno di nota che contribuisce a rendere Ostuni una delle più suggestive cittadine del Salento.

     

    Fuori Città

    Oggi scopriremo insieme cosa visitare a Ostuni, poco fuori il centro cittadino. Faremo quindi un piccolo viaggio nella storia di questa piccola e magnifica cittadina.

    L’intero territorio di Ostuni è apprezzato e decantato oltre che per le sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche associate alla varietà della vegetazione mediterranea, alla bellezza degli arbusti secolari, alle tipiche coltivazioni della zona collinare, soprattutto per i suoi monumenti ed insediamenti rupestri, disseminati ovunque nelle aree agricole. Simboli di ere concluse ma sicuramente significative essi testimoniano una crescita graduale vissuta dall’uomo nel corso dei secoli e sono sempre più considerati elementi di inestimabile valore.

    I principali monumenti rupestri sono tutti costruiti con pietra, più precisamente, nella stragrande maggioranza dei casi, sono costruzioni in pietra a secco, pervenute fino ai nostri giorni e diventate il simbolo della particolare abilità di realizzazione dei nostri progenitori.

    È doveroso citare, primi fra tutti, i dolmen, tipiche costruzioni trilitiche, il cui nome deriva dal bretone e significa “tavola di pietra”. Sono contraddistinti da due lastroni verticali che ne sorreggono uno orizzontale, quasi sempre circondati da sepolture, come attestano i vari ritrovamenti storici, ragione per cui è lecito pensare che essi fossero monumenti funebri preistorici  piuttosto che altari come in taluni casi si è pensato.

    Sempre in zona, è possibile ammirare altri esempi di monumenti rupestri, come i trulli, le casedde e le lamie, costruzioni realizzate con pietra calcarea assemblata in maniera fantasiosa e destinate a ricoveri per uomini, attrezzi agricoli ed animali. La particolarità di queste strutture risiede nella tecnica costruttiva attraverso la quale sono state edificate: una semplice sovrapposizione di materiali lapidei, senza l’impiego di malte o di cementi, da cui il termine di costruzioni a secco.

    Addentrandoci nella particolarità delle singole strutture, specifichiamo che il trullo è tipicamente caratterizzato da una pianta regolare e una copertura conica, rivestita esternamente da chiancarelle disposte a cerchi concentrici che decrescono verso l’altro fino ad essere chiuse da una pietra alla base del pinnacolo; le casedde, sicuramente le più tipiche del territorio di Ostuni, sono molto simili ai trulli pur presentando connotati differenti, costituite da tre elementi sovrapposti: la zona basimentale, con altezza uguale alla porta di ingresso a cui si sovrappone un tronco ellissoide  e infine una calotta o semisfera, il tutto completamente ricoperto da intonaco bianco che le differenzia ulteriormente dai trulli; infine, le lamie che si presentano a base quadrata con pareti esterne inclinate.

    Ai monumenti sopra citati, si aggiungono i resti degli antichi recinti in muratura, anch’essi a secco, denominati jazzi, destinati ad accogliere le greggi e realizzati con lo scopo di impedirne la fuga e i tipici muretti a secco che delimitano terrazzamenti, lunettamenti, ciglionamenti, paretoni, estesi  per interi chilometri. Questi ultimi, ancora oggi realizzati da operai specializzati, servivano in passato come mezzo per delimitare boschi, vigne, aranceti e pascoli oppure per trattenere la terra sui pendii più scoscesi. Simili come realizzazione ai muretti, ma di tutt’altra forma ed utilizzo, sono le specchie, enormi cumuli di pietre a secco, utilizzate in tutta probabilità a scopo di avvistamento e quindi di difesa.

    La più nota è la Specchia Satia posta in cima ad una collina, a forma ellissoidale con un perimetro di 63 m e un’altezza di 4,5 m, da cui è possibile scorgere non solo il centro abitato di Ostuni ma anche di Carovigno, Ceglie Messapica, Martina, Locorotondo e Costernino.

    Concludiamo citando l’acquaro, un grosso contenitore di acqua piovana scavato nella roccia, nel quale confluivano le acque piovane delle abitazioni, dei terrazzi, dei magazzini e degli ampi piazzali rocciosi e infine le cisterne, serbatoi più piccoli, anch’essi scavati nella roccia ed utilizzati per l’approvvigionamento delle famiglie contadine.

     

    Dolmen di Montalbano

    Il territorio di Ostuni, si sa, è rinomato per la presenza di numerose testimonianze storiche rupestri tra le quasi si annoverano principalmente i dolmen, gli antichi monumenti funebri preistorici.

    Il più noto della zona è il dolmen di Montalbano, al confine tra il territorio di Fasano e quello di Ostuni, nei pressi del centro abitato di Montalbano, da cui, appunto prende il nome.

    Per raggiungerlo è sufficiente percorrere la SS 16 Ostuni-Fasano, svoltare a destra in corrispondenza della casa cantoniera e proseguire per una stradina che termina con un incrocio a T. Giunti sul posto, immerso in un oliveto è possibile osservare questa grandiosa costruzione trilitica, alta 1,7 metri e composta da due lastroni verticali che ne sorreggono uno orizzontale di copertura.

     

    Cosa Sono i Dolmen

    Per ciò che concerne il significato del nome si sa con certezza che deriva dal bretone dol=tavola e men=pietra e significa “tavola di pietra”, mentre le discussioni intavolate e riferite alle funzioni di questi monumenti non sono ancora definitivamente concluse. Alcuni studiosi associano i dolmen alle costruzioni sepolcrali, altri agli altari sacrificali. Dal momento però che nelle immediate vicinanze sono state ritrovate delle sepolture, la prima ipotesi sembra rivelarsi la più attendibile, pertanto l’intera area rappresenterebbe una delle prime testimonianze del culto dei morti.

    Storicamente il Dolmen di Montalbano sembra risalire all’età del Bronzo, intorno al III-II millennio c.C. Strutturalmente il megalite si presenta ben saldo, nonostante l’erosione del tempo e le offese che purtroppo non gli sono state risparmiate dai vandali nel corso degli anni. Purtroppo le pareti di fondo risultano alquanto scalfite e il corridoio di accesso (dromos) è completamente scomparso.

    Chi visita Ostuni non può certamente sottrarsi alla visita di quest’imponente monumento testimonianza di epoca storica contraddistinta dalla cultura precristiana.

     

    Spiagge Litorale

    Il litorale di Ostuni si estende all’incirca per 20 km insinuandosi tra cale ed anfratti, arrampicandosi su lucide scogliere, distendendosi in larghi sabbiosi e accostandosi alla macchia mediterranea in un meraviglioso gioco di colori.

    L’intero tratto di costa dà testimonianza di un passato remoto, abitato fin dai tempi più antichi, come dimostra la presenza di numerose fortificazioni difensive, torri costiere, antichi insediamenti, ruderi e grotte contadine di cui purtroppo è sopravvissuto ben poco nella loro interezza ma che sono comunque visibili qua e là lungo il litorale.

    Per la sua bellezza suggestiva e il suo mare cristallino, attualmente la costa di Ostuni è tra le più frequentate della Puglia e ha saputo sapientemente attrezzarsi a livello turistico costruendo villaggi, campeggi, ville, appartamenti e tutto quanto serve a soddisfare richieste crescenti e quanto mai diversificate.

    Procedendo da Nord verso Sud, le marine di Ostuni che si incontrano sono rispettivamente: Pilone, Rosa Marina, Ponticelli, Villanova, Costa Merlata e Torre Pozzella.

    • Il Pilone, come viene più frequentemente chiamata, è una delle spiaggie più belle di Ostuni, particolarmente grande e immersa nel verde, vigilata dalla vicina Torre San Leonardo, una fortificazione risalente al XVI sec..
    • Rosa Marina è un noto insediamento turistico, molto funzionale, compreso tra il mare e gli oliveti. È un susseguirsi di piccole spiagge dorate, a cui si intervallano merletti di coste, oleandri e piante mediterranee. Un gioiello architettonico tra i più visitati nella stagione estiva.
    • Monticelli, è un’insenatura che si affaccia sul mare di color cobalto, che ha preservato la sua atmosfera tranquilla e familiare. Sulla sua sinistra si ergono i ruderi di un villaggio murato appartenente all’Età del Bronzo.
    • Villanova si contraddistingue per il suo patrimonio storico, sito dell’antica Petrolla. Un basso castello del XVI sec. si affaccia sul mare e ai suoi piedi un piccolo porticciolo funge da approdo turistico di turisti e pescatori.
    • Costa Merlata è così denominata per via dei numerosi intarsi presenti lungo questo tratto di costa, scaturiti dall’azione del mare che ha permesso alla scogliera di essere bassa e modellata. Ed è anche questo che crea un particolare fascino alla zona, tanto da essere diventata un’ambita meta dei turisti.
    • Torre Pozzella, sicuramente la più suggestiva tra le marine di Ostuni, è un susseguirsi di minuscole insenature protette da alti scogli. Su questi, numerosi esempi di odorose piante mediterranee contribuiscono a inebriare il paesaggio di profumo e di colore. Poco distante dalla spiaggia si avvistano i resti di un’antica torre di vedetta del XVI sec.

    Un tratto di litorale adriatico che vale la pena di percorrere per scoprire dal vivo le meravigliose bellezze che ciascuna di queste spiagge riserva ai propri visitatori.