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Storia del Gargano e luoghi d’interesse

    Da sempre denominato “sperone d’Italia” il Gargano è uno splendido lembo di territorio che si trova in una posizione estremamente suggestiva. Di commovente bellezza sono gli incantevoli scenari che si aprono sull’immensità del limpidissimo mare Adriatico, i suoi borghi pittoreschi che sembrano appartenere ad un quadro impressionista e le sue insenature avvolte da un fascino misterioso.

    Ma il territorio non è solamente un prezioso scrigno che racchiude alcune fra le più belle zone dell’intera area del Mezzogiorno; al contrario può vantare delle origini estremamente arcaiche le cui radici sembrano risalire addirittura al periodo del Paleolitico. La storia del circondario garganico appare intrinsecamente connessa ai Dauni, popolazione che ha testimoniato la propria presenza lasciando numerose testimonianze come ad esempio le stele funerarie daunie.

    Oltre ai Dauni ci furono anche moltissime altre comunità che si insediarono in terra pugliese; a riprova di ciò possiamo citare senz’altro i Saraceni, popolazione che caratterizzò fortemente l’intero tratto costiero garganico attestando la propria permanenza in questi luoghi grazie alle imponenti torri saracene che, a tutt’oggi, rappresentano uno dei simboli più riconoscibili del promontorio.

    Questo continuo susseguirsi di popolazioni straniere non ha intaccato minimamente la magnificenza del Gargano, al contrario è stato una fonte di arricchimento e di abbellimento ulteriore, in virtù dei pregevoli monumenti che sono stati eretti durante la loro permanenza nel territorio pugliese. Anche la popolazione garganica stessa ha collaborato all’abbellimento del litorale grazie ai caratteristici trabucchi, antichi dispositivi usati per pescare realizzati con il legno ricavato dal pino d’Aleppo.

     

    LE GROTTE MARINE DI VIESTE

    Lungo l’incantevole tratto di costa del promontorio garganico che si distende fra Vieste e la Baia delle Zagare, la natura calcarea delle rocce, l’incessante azione di erosione esercitata dagli agenti esogeni, l’inarrestabile scorrere del tempo hanno concorso alla formazione di incantevoli e spettacolari grotte. Dal porto di Vieste partono ogni giorno veloci ed agili motobarche per la visita a queste cavità spettacolari.

    La natura ha custodito gelosamente queste magiche grotte, serbandone per secoli il segreto dell’inestimabile bellezza: oggi, però, esse si rivelano senza riserva ai visitatori in tutto il loro splendore, offrendo spettacoli suggestivi e straordinari grazie ai prodigiosi giochi di luce che i raggi del sole creano penetrando attraverso le cavità e riverberandosi sulle acque cristalline e diafane. Sono stati i pescatori a battezzarle con nomi singolari ed insoliti.

    La Grotta dei Contrabbandieri deve il nome ad un episodio realmente accaduto: una sera alcuni contrabbandieri inseguiti dalla Guardia di Finanza trovarono rifugio all’interno della grotta; poiché i finanzieri non sapevano che la cavità fosse dotata di due accessi, uno a nord e l’altro a sud, attesero il sorgere del sole per concludere l’operazione: naturalmente con grande stupore l’indomani trovarono la grotta deserta.

    Presso la Baia di Campi si possono visitare tre spelonche: la Grotta Viola, che prende il nome dal colore delle pareti, la Grotta Sfondata, cosiddetta per l’assenza di copertura, la Grotta dei Due Occhi, la cui sommità è dotata di due grandi fori. A Cala Sanguinaria, c’è, invece, la Grotta dei Colombi, un tempo ricetto dei volatili da cui prende il nome. Nei pressi di Pugnochiuso si trova Grotta dei Marmi, dalle pareti lisce e lucide.

     

    IL FARO DI VIESTE

    La luce intermittente che illumina nottetempo la rotta delle imbarcazioni che navigano tra il medio e basso Mar Adriatico proviene principalmente dal faro di Vieste che si innalza dallo scoglio intitolato a Santa Eufemia, posto a poca distanza dalla cittadina di Vieste e che è circondato dagli scogli di San Francesco e Santa Croce. La sua altezza è di circa 27 metri mentre la portata del raggio luminoso emanato dal suo enorme fanale in ottone è di circa 25 miglia marine.

    Originariamente l’intera struttura del faro di Vieste fu innalzata direttamente dalla superficie della vecchia abitazione del guardiano del faro ma da molto tempo ormai, precisamente da quando le tecnologie avanzate sono riuscite a sostituire l’opera umana anche in questo tipo di lavoro, essa è disabitata e il controllo del faro è affidato al Comando di Zona Fari, una istituzione della Marina Militare di stanza a Venezia. Tuttavia il faro è comunque rimasto uno dei simboli della città.

    Come un enorme colosso, infatti, sembra vegliare e proteggere i cittadini e il legame con la città sembra essere sancito anche da un’antica leggenda. Essa narra di come il biblico Noè, reduce dal diluvio universale, abbia deciso di fermarsi in questi luoghi e di fondarvi la città di Vesta, da cui deriverebbe Vieste, chiamandola con il nome di sua moglie. La leggenda vuole che Vesta, la moglie di Noè, fu sepolta proprio sullo scoglio di Santa Eufemia dove fu successivamente innalzato il faro.

    Questa leggenda dimostra come l’antico faro di Vieste sia entrato da tempo nei cuori degli abitanti. E’ possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza non solo di giorno, ma anche di notte dalla spiaggia che sorge nelle vicinanze dello scoglio di Santa Eufemia: la luce intermittente che emette il faro, infatti, è in grado di abbellire il litorale costiero riuscendo a donare fantastiche emozioni.